FORGIARE TALENTI: LA NUOVA SFIDA

Attirare talenti, trattenerli in azienda e farli crescere rappresenta la sfida principale del nuovo business dell’imprenditore del terzo millennio nel campo delle risorse umane. Ogni imprenditore lungimirante deve rendersi conto che questa è una nuova competenza che deve assolutamente acquisire. E che attirare e sviluppare talenti per la propria azienda è una responsabilità di cui deve farsi carico; per quanto possa delegarne a terzi (società di selezione, consulenti, agenzie interinali) la parte operativa, questa attività rimane comunque di sua competenza. Diversamente sarebbe come se un allenatore delegasse la scelta dei giocatori della squadra al magazziniere.

Quando entrano in azienda individui che portano nuova vitalità, che grazie al senso di urgenza mantengono un ritmo di lavoro molto elevato, che hanno un atteggiamento “no problem”, le persone che già lavorano in azienda, magari un po’ sopite e adagiate nella routine, si trovano davanti a un bivio: rimettersi in gioco e adottare un atteggiamento più positivo e produttivo… oppure essere tagliate fuori.

Si innesca in maniera spontanea una sorta di selezione naturale: i più abili, produttivi e reattivi al cambiamento sopravvivono, gli altri (soprattutto gli scollaboratori) non riescono o non vogliono adattarsi al cambiamento e di conseguenza frequentemente lasciano l’azienda. Questo meccanismo è particolarmente potente perché è il gruppo stesso che lo attiva, senza l’intervento diretto dell’imprenditore. Ciò avviene perché le persone positive e volenterose che lavorano in azienda cominciano a diventare insofferenti nei confronti di chi rallenta il ritmo, “mette i bastoni tra le ruote” o in qualche modo frena le iniziative, portando problemi, diffondendo malumore e criticismo, adottando la linea del “è difficile, non si può fare”.

Grazie alla nostra esperienza di consulenza in azienda, abbiamo osservato questo meccanismo all’opera in decine di casi. Il miglioramento progressivo della qualità dei membri del gruppo genera un “auto esilio” dei collaboratori meno produttivi o più problematici. E questa è un’arma che l’imprenditore deve conoscere e deve saper utilizzare, anche in considerazione del fatto che opera in un mercato del lavoro fortemente bloccato e vincolato, per cui di fronte a situazioni problematiche relative al personale molto spesso si ritrova impotente. Di conseguenza, fare in modo che il gruppo stesso si attivi in questa direzione è la soluzione più intelligente ed efficace da attuare, nella certezza che, anche se talvolta i risultati non saranno immediati, nel lungo periodo la strategia funzionerà.

Non si sorprenda quindi un imprenditore se, dopo aver inserito alcune persone di talento in azienda, si ritroverà, da un lato, qualche collaboratore sopito che improvvisamente si risveglia dal torpore e migliora fortemente la sua produttività, dall’altro qualcuno di quelli un po’ problematici che gli comunicherà di non sentirsi più in sintonia con il nuovo corso che ha intrapreso l’azienda e rassegnerà le dimissioni.

Il concetto della mela marcia funziona anche al contrario. È il concetto della “mela sana”.

Naturalmente non si è mai vista una mela sana migliorare le altre mele presenti nel cestino…. Ma fra gli esseri umani fortunatamente funziona. Un individuo allegro e brillante contagia positivamente chi gli sta attorno. Tra le persone si manifesta un impatto contagioso anche in senso positivo.

Ecco perché il fatto di inserire persone di talento in azienda non deve essere visto semplicemente come un’azione di miglioramento nel breve termine, ma come un’attività strategica che conduce alla crescita dell’azienda nel tempo. Un’attività strategica imprescindibile, per qualsiasi PMI.

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