QUELLI CHE REMANO CONTRO

Chi o cosa rende un imprenditore ansioso, amareggiato, sfiduciato e gli toglie la voglia di sorridere?

Verrebbe istintivo pensare che i responsabili di questa situazione siano le cattive notizie, i problemi con i clienti, le difficoltà gestionali e finanziarie, la concorrenza…. In realtà queste sono componenti naturali del mondo dell’impresa, ma non sono la causa principale dello stato d’animo dell’imprenditore.

La causa principale risiede invece nella presenza di alcune persone, all’interno dell’azienda, che definiamo “scollaboratori”.

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Si tratta di un termine inventato aggiungendo alla parola collaboratori la “s” iniziale, che nel linguaggio comune spesso crea l’opposto di un termine (per esempio s-contento, s-cotto, s-naturato, s-valutato, s-midollato). Quindi il termine scollaboratori significa il contrario di collaboratori.

Gli SCOLLABORATORI sono coloro che ATTIVAMENTE “remano contro” l’azienda, sono scarsamente cooperativi, sono spesso polemici e in disaccordo con le decisioni dell’azienda, sempre pronti a evidenziare quello che non funziona, con l’innata capacità di colorare a tinte fosche qualsiasi situazione così da renderla più difficile da affrontare e risolvere. In poche parole, sono gli specialisti del PROBLEM CREATING.

Verrebbe istintivo identificare lo scollaboratore con una persona poco produttiva o scarsamente competente. Ma non è così. Molti scollaboratori sono individui capaci, tecnicamente preparati e produttivi, ma che di fatto disgregano il gruppo.

E questo è un enorme danno per un’azienda perché il successo è sempre e soltanto un’attività di gruppo. Chi comprende questo concetto lavora in comunità di intenti con i propri colleghi, cerca di aiutare gli altri e crede nei valori della condivisione e della partecipazione.

Lo scollaboratore invece lavora per dividere, crea barriere tra le persone, spesso mette zizzania, è un individualista orientato al proprio interesse personale e non alla collaborazione, né al successo dell’azienda, anche se spesso afferma il contrario.

Quindi il criterio per distinguere un collaboratore da uno scollaboratore non è il livello di produttività e/o di competenza tecnica, ma la capacità di creare relazione. Una persona di scarso valore allontana le altre persone, le mette in soggezione, rende difficile la comunicazione e lo scambio, non condivide e non trasferisce le proprie conoscenze. Una persona di valore per l’azienda è disposta a comunicare e a condividere idee, capacità e know how con gli altri membri del gruppo; ha voglia di crescere ed è collaborativa e creativa.

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