IL COLLABORATORE DEL TERZO MILLENNIO

L’integrazione di un individuo in azienda avviene lungo due binari paralleli, ognuno dei quali è necessario e fondamentale.

Il primo binario è la crescita tramite la competenza tecnica e professionale.

Il secondo binario è la crescita tramite il senso di appartenenza al gruppo.

Una persona, infatti, aumenta il proprio valore per l’azienda sia migliorando la propria professionalità ed efficacia nello svolgimento del lavoro acquisendo competenze specifiche, sia sviluppando relazioni di qualità con i colleghi, mostrando coinvolgimento cooperativo, facendo propri i valori e i principi dell’azienda.

Sarete d’accordo che una persona preparata, competente e tecnicamente esperta, se crea dissidi con i colleghi, litiga con i clienti, non è collaborativa, lavora per il proprio interesse personale invece che per quello del gruppo e dell’azienda…sarà utile, ma non è una persona di grande valore.

Allo stesso modo, non è auspicabile avere un’azienda fatta di collaboratori molto cordiali gli uni con gli altri, gentili con i clienti, che sposano i valori dell’azienda, ma incompetenti e professionalmente scarsi. Sarebbe l’azienda Heidi!! E in un’azienda così, non solo le caprette ti fanno ciao.. ma anche i clienti!!!

In realtà la competenza tecnica e il senso di appartenenza all’azienda vanno di pari passo. E non possono prescindere l’una dall’altro.

Ed è proprio il senso di appartenenza all’azienda che rende le persone dotate di quell’elasticità e di quella flessibilità necessarie per affrontare rapidamente i cambiamenti richiesti dal mercato e dalla necessità di evolversi. La sola competenza tecnica rende le persone più rigide e l’azienda più ingessata. Spesso diventa una barriera, perché il super esperto tende a spiegare perché “qualcosa non può essere fatto” o perché farlo “è difficile e richiede molto tempo”. Il sentirsi membro del gruppo rappresenta un’opportunità. La persona che ha sviluppato un vero senso di condivisione e di appartenenza all’azienda, magari non ha tutta la competenza tecnica necessaria, ma ha un atteggiamento collaborativo e “no problem” che la aiuta a trovare soluzioni anche laddove le sue conoscenze scarseggiano.

Il collaboratore ideale dell’azienda del terzo millennio è quindi un mix di entrambi gli aspetti: un individuo tecnicamente capace, relazionalmente efficace e che si sente un membro dell’azienda.

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