Le industrie, le attività e le professioni di maggior successo nei secoli passati furono ottenuti addestrando la persona come apprendista, permettendole di fare, sotto un’altra persona, un lungo periodo di pratica sull’esatto lavoro che avrebbe dovuto svolgere, prima di considerarla autonoma su quel posto.
L’addestramento sul posto è il secondo stadio di qualunque azione di inserimento di un nuovo candidato e di formazione dello stesso. È essenzialmente una questione di familiarizzazione. Se una persona inizia a occupare un posto o lascia un posto e un’altra vi subentra senza nessun “apprendistato” o senza essersi impratichita, la cosa può rivelarsi veramente fatale.
L’espansione rapida e l’economia in fatto di personale tendono a compromettere la riuscita di questa fase. La sua assenza può avere un effetto molto distruttivo. L’ideale sarebbe di avere sempre qualcuno che sia responsabile di rendere la persona familiare con il suo nuovo ruolo.
Dal punto di vista economico, il lavoro di apprendistato presenta delle apparenti limitazioni. Si devono soppesare le perdite derivanti dal non farlo e il costo derivante dal farlo. Si troverà che le perdite sono di gran lunga superiori al costo, nonostante il fatto che farlo aumenterebbe, almeno di un terzo, il lavoro della persona incaricata di farlo. Esempio: se viene inserito in azienda un nuovo venditore, il responsabile commerciale incaricato di affiancarlo ha una perdita di produzione personale perché deve dedicare tempo alla nuova risorsa, ma questo investimento in futuro gli porterà ulteriore ricchezza; se non si dedica all’apprendistato, non ha nessuna perdita di produzione nell’immediato ma ha un costo maggiore nel medio periodo, in termini di espansione mancata.
Laddove un’organizzazione ignori questo sistema, la sua economia può decadere fino al punto in cui il sistema collassa in un sovraccarico sulle spalle di poche persone operative, che non hanno più tempo di dedicarsi alla formazione di nuove risorse.
In un’industria di successo, vecchia di due secoli, fu ed è in uso solo il sistema di apprendistato (industria vinicola di Oporto). La qualità del prodotto è l’unica cosa che permette a quest’ultimo di continuare ad essere venduto sul mercato, a livello mondiale. Se la qualità dovesse diminuire, l’industria crollerebbe. L’apprendistato è l’intero sistema che la mantiene.
Si può quindi dedurre che l’apprendistato sia il sistema fondamentale di mantenimento degli standard qualitativi di un’attività. Solo allora la qualità di un’organizzazione potrebbe essere mantenuta alta e la qualità del prodotto garantita.
Se non si selezionano, per un certo periodo, persone nuove, è certo che l’intera azienda sperimenterà presto un declino, e questo soltanto perché non vi è un sistema di apprendistato. Infatti, se non è presente in azienda un sistema che permetta alle persone di essere formate, si arriverà al punto in cui persone nuove non si aggiungeranno e il numero di persone presenti in azienda rimarrà pressoché immutato. L’organizzazione si espande, assegna i posti, promuove della gente senza che abbia fatto l’apprendistato e comincia a perdere il suo vantaggio economico. Di conseguenza si hanno utili bassi, la gente se ne va e poi nessuno può essere più assunto. È un ciclo davvero stupido, dal momento che lo si può evitare abbastanza facilmente assumendo personale a sufficienza e assumendolo abbastanza presto, quando l’organizzazione sta ancora andando bene.
Pensare che il semplice inserimento di un nuovo candidato garantirà un lavoro svolto e dei risultati certi su quel ruolo da quel momento in poi è pura follia. Una pianta, quando è piccola, ha bisogno di essere curata e indirizzata a uno sviluppo ottimale, affinché possa crescere bene e produrre i frutti aspettati in quantità e qualità adeguate.