Alla radice di tutti i “non è possibile” nella ricerca e selezione del personale, si cela una macro situazione che non è stata identificata e che frena in maniera significativa il processo.
Facciamo qualche esempio. In un’azienda in cui non si riuscivano a trovare venditori non esisteva un piano provvigionale vantaggioso per i venditori. In un altro caso l’azienda proponeva contratti capestro chiedendo al collaboratore di restituire segretamente all’azienda parte del suo compenso ricevuto in busta paga. In un’altra azienda, su nove persone idonee (buon cv e buon profilo attitudinale), nessuno di loro era la “persona giusta”.
Qualche volta viene data molta più importanza a interessi particolari o privati di persone dentro l’azienda che all’espansione dell’azienda stessa. In alcune aziende per occuparsi del personale viene usato il criterio dell’“accettabilità sociale” anziché quello della produttività.
Qualunque sia il motivo per cui un’azienda non progredisce, è sempre interno.
Inoltre, è legato ad una cattiva gestione del personale.
Così quando esaminiamo questa situazione, vediamo che ciò che determina quanta sarà la domanda è la qualità del prodotto che viene fornito e le sole cose che limitano l’espansione nel soddisfare tale domanda sono le azioni che impediscono di selezionare e formare il personale, renderlo competente, renderlo produttivo.
Quando l’ufficio del personale commette gli errori qui menzionati e quando il management non si assicura che ciò venga corretto, ci sarà un arresto. È vero, un’azienda è complessa. È vero, la qualità è difficile da mantenere. È vero, c’è da lavorare. Ma se le azioni volte a rifornire le aziende di personale e prendersi cura di esso non sono in funzione, tutto il resto fallirà. Perciò, è questo il punto debole. Un’azienda scarsamente fornita di personale tenderà a contrarsi. Il punto da risolvere è il personale.