UTILIZZARE UN TEST COMPORTAMENTALE

UTILIZZARE UN TEST COMPORTAMENTALE

La predittività di un’analisi che si fonda sui comportamenti ha come presupposto che quegli stessi comportamenti accertati nel tempo presente si riproducano anche in futuro. La probabilità che ciò succeda è estremamente elevata se si tratta di comportamenti “tipici” dell’individuo esaminato e perciò “stabili”.

La stabilità è certamente una prerogativa della personalità, dentro la quale vanno comprese le capacità intellettive. Perché allora attribuire una scarsa capacità predittiva ai test che misurano l’intelligenza o descrivono una personalità? Una risposta la fornì Lee Cronbach, un eminente psicopedagogista della Stanford University, con i suoi studi.

Lee Cronbach si è occupato a lungo di test psicometrici e nel 1951 ideò un modello che ha fatto scuola per verificare l’attendibilità di un test proprio in termini di riproducibilità nel tempo, a parità di condizioni, dei risultati che può evidenziare. Riguardo l’intelligenza, Cronbach ha spiegato che la sua misurazione può indicarci la capacità massima che un individuo possiede per ottenere una performance. Lo stesso può dirsi della personalità. La potenzialità di per sé non è garanzia di risultato. Per cui individui che pure hanno una predisposizione cognitiva o attitudinale per raggiungere determinati risultati falliscono sistematicamente mentre altri meno dotati hanno costantemente successo.

I comportamenti, come è unanimemente riconosciuto, sono il prodotto di personalità, situazione, motivazione e umore, cioè di quattro elementi che combinati fra loro determinano la performance. Ciò spiega sia la conversione di Google che li ha eletti a criterio principe nella valutazione dei candidati sia la crescente preferenza che il mondo dei selezionatori sta accordando ai test comportamentali.

Uno dei più significativi sviluppi dello strumento è avvenuto in Europa nel 1994 ad opera di uno studioso finlandese, Jukka Sappinen, che ha rielaborato l’originario schema a quattro quadranti per ricavare una raffigurazione a diamante. Il modello, chiamato Extended DISC, ha il pregio di dettagliare – nelle loro molteplici sfumature e in tutta la loro complessità – gli stili comportamentali identificando 160 tipi di profilo.

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