CREARE UOMINI AZIENDA

Una delle idee fondanti dell’imprenditore vecchio stampo si può sintetizzare nella frase: “quando entri in azienda tutto il resto della tua vita deve rimanere fuori!”.

Questa frase è tanto dura quanto falsa.

 

Forse alcuni decenni fa, quando le condizioni sociali e del mondo del lavoro erano completamente differenti, le persone chiedevano, quasi implorando, all’imprenditore di farle lavorare. In un simile contesto sociale ed economico per le persone era di primaria importanza lavorare e guadagnare del denaro per il sostentamento proprio e della propria famiglia.

Nell’attuale mondo del lavoro, gran parte delle persone che si presentano ai colloqui di lavoro hanno mediamente qualche euro in tasca per divertirsi e fare un po’ di vacanza ogni tanto, la loro auto è parcheggiata sotto l’azienda in cui stanno svolgendo il colloquio e, male che vada, un tetto sotto cui dormire e un piatto caldo fornito dalla spettabile ditta “Mamma & Papà” (disponibile per il “loro bambino” a tale fornitura fino ai 30/35 anni). Questo rende la proposta dell’azienda un opzione che, se non interessante per il candidato, può essere tranquillamente scartata.

Il punto non è se era meglio prima oppure è meglio ora.

Il punto è se ce ne rendiamo conto oppure No.

Non si può prescindere da queste logiche che ci piaccia o meno. La persona valida che incontri oggi nel tuo colloquio di selezione deve essere motivata a lavorare per te attraverso una vera e propria proposta di valore che non include solamente gli aspetti economici ma che prevede anche una serie di elementi nei quali il futuro collaboratore possa riconoscersi.

La relazione Padrone-dipendente fondata sul formalismo e sulla distanza è totalmente anacronistica e del tutto fuorviante per capire le logiche che muovono oggi i collaboratori.

Uno degli accessi chiave al creare uomini azienda passa attraverso il supporto alle questioni personali e private. Quello che stiamo dicendo è che un Manager deve essere disposto ad invadere, in una certa misura, la privacy dei propri collaboratori se vuole arrivare ad una reale fidelizzazione degli stessi.

E questo è quanto nel passato si è sempre cercato accuratamente di evitare.

Ed è quanto invece oggi è sempre più vero e funzionante.

Se non entri, in una certa misura, nel privato del tuo collaboratore molto difficilmente riuscirai a fare di lui o di lei un uomo azienda. Se non ti metti con lui, quando si crea l’occasione, a gestire la sua relazione un po’ conflittuale con i genitori con cui vive in casa non riuscirai a fare in modo che si affezioni all’azienda. Se non lasci che ti parli delle preoccupazioni che sta vivendo a causa del fatto che il suo ragazzo sta cambiando lavoro non sarai mai veramente un punto di riferimento per i tuoi collaboratori. Se non ti soffermi di tanto in tanto a elargire qualche buon consiglio su come non sperperare tutto lo stipendio ma di metterne via una piccola parte ogni mese e di contribuire anche al menage famigliare dei genitori, ecco che non avrai un collaboratore veramente motivato e legato anima e corpo all’azienda.

Un vecchio detto della marina americana affermava che un equipaggio non sarà mai un vero equipaggio a meno che non abbia affrontato insieme un paio di tempeste. Questo concetto riportato a quanto stiamo dicendo si applica al fatto che solo attraverso il vivere insieme alcune esperienze emozionali e private sarà possibile consolidare un rapporto. La qualità di questa relazione non verrà determinata in alcun modo dal numero di “pizzate” organizzate insieme ai propri collaboratori. Sarà solamente determinato da quante comunicazioni di carattere privato saranno avvenute.

La figura del nuovo Manager è un profilo che si delinea non solo come un tutor degli aspetti professionali ma anche come consigliere privato e punto di riferimento di aspetti personali.

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